Aprilia

Aprilia, inaugurata il 29 ottobre del 1937 ha al centro della città, sul sagrato della chiesa, la scultura di San Michele Arcangelo,  patrono della città. La statua, opera dello scultore Venanzo Crocetti, è alta 3.17 mt. ed è eretta su un basamento cilindrico di pietra. Per la città si prevedevano 12.000 abitanti: di cui, 3.000 residenti nel centro urbano; 9.000 nei poderi del suo territorio. Gli  architetti ed ingegneri che si aggiudicarono il bando di concorso per la costruzione di Aprilia, furono:  C. Petrucci; M. Tufaroli;  F. Paolini; R. Silenzi. Il nucleo urbano era organizzato secondo due assi ortogonali convergenti in piazza Roma. Il polo urbano era caratterizzato dalle emergenze della Torre civica e di quella Campanaria, intorno alla quale si attestavano gli edifici più importanti come: la Casa Comunale; la Caserma dei RR.CC.; la Casa del Fascio; la Chiesa; la trattoria con la locanda e il cinematografo. I primi scontri all’interno della città avvennero il 25 gennaio 1944, tre giorni dopo lo sbarco alleato, tra elementi del 5° battaglione, Grenadier Guards della 1° divisione britannica da ed elementi della 3° compagnia del 29° Reggimento della 3° Panzer Grenadier Division tedeschi. La 1° Compagnia del 5° battaglione, Grenadier Guards avanzò nel villaggio appoggiato con carri  Sherman e iniziò a ripulire casa per casa. Il progresso fu inevitabilmente lento, poiché il nemico era saldamente trincerato dietro porte sbarrate e finestre pesantemente chiuse, ma gradualmente i Granatieri iniziarono a prendere possesso del villaggio. Alle 14:15 l’attacco alla fabbrica è iniziato da parte della 2° Compagnia con il compito di liberare la metà orientale dell’area, e con la 4° Compagnia con la parte occidentale. L’operazione, tuttavia, fu eseguita con grande abilità e determinazione, e i principali plotoni delle 2° e 4° Compagnia si stabilirono quasi simultaneamente agli angoli nord-est e nord-ovest della fabbrica. Solo dalla grande torre all’angolo nord-est, trenta nemici uscirono per arrendersi, e in tutto una sessantina di prigionieri furono presi, insieme a una cannone semovente, ed un cannone anticarro e una dozzina di mitragliatrici leggere. La compagnia n. 3° si trasferì quindi sul fianco destro, prendendo posizione a sud-est degli edifici della Fabbrica. La posizione si consolidò rapidamente e, al calar della notte, i Granatieri furono fermi dentro e intorno alla Fabbrica, dopo una giornata di combattimenti che causò un totale di oltre un centinaio di prigionieri Vi erano anche gravi perdite tra morti e feriti, ed i prigionieri dichiararono che la 3° Compagnia del 29° Reggimento Panzer Grenadier, che aveva detenuto la Fabbrica, era stata praticamente distrutta. Poco dopo l’alba del 26, tuttavia, c’erano segni che il nemico stava iniziando a infiltrarsi di nuovo verso la Fabbrica; anche i bombardamenti intorno alla strada e i ponti ferroviari furono ripresi e raggiunsero un’intensità molto maggiore di qualsiasi cosa finora sperimentata sulla spiaggia. Ci furono degli scontri intorno alle campagne di Aprilia ed anche un  bombardamento aereo nemico verso le 15:30. Al termine dei combattimenti le Guardie Irlandesi lamentarono la perdita di oltre novanta vittime durante il giorno e di nove carri Shermans del 46° Royal Tank messi fuori combattimento dall’artiglieria e dal fuoco anticarro. Dall’altra parte il bilancio fu più pesante sia con il tributo di vittime tra la fanteria, causata in gran parte dall’artiglieria divisionale, tra le quali le armi medie che avevano avuto un ruolo di primo piano ma anche di tre  carri armati nemici e un cannone semovente. Dopo la disfatta della battaglia denominata “ the Thumb”, per la conquista della stazione ferroviaria di Campoleone, da parte alleata, i tedeschi dal 3 al 4 febbraio, effettuarono una controffensiva, con lo scopo di riconquistare la cittadina di Aprilia. Il contrattacco tedesco, aperto da uno sbarramento di artiglieria e seguito da assalti corazzati con la fanteria, si doveva svolgeva con un’operazione a tenaglia da nord-est con il “Battle Group Graser”, e da nord ovest con il “Battle Group Pfeiffer”, mentre con il 725° Panzergrenadier Regiment lungo la strada Anzio-Albano (Nettunense), e la 29° Panzergrenadier Regiment verso Aprilia. I Due gruppi avevano l’obbiettivo di ricongiungersi a sud di Aprilia all’altezza del Cavalcavia dell’attuale Pontina “SS148”. Il giorno 4 febbraio la Company I del 3° Battaglione del 504° paracadutisti americani, rimase nella sue posizione all’interno dell’abitato di Aprilia fino a sera. Il soldato di Prima Classe Leonard S. Chesko della compagnia del quartier generale, 3° battaglione per le gesta eroiche compiute quel giorno è stato insignito della Silver Star. Dopo aver subito l’ennesimo bombardamento la Compagnia I fu trasferita da Aprilia a Carroceto sostituita difesa dal 1° London Irish Rifles e London Scottish, della 168° Brigata della 56° Divisione britannica. Nei giorni che seguirono ci furono cruenti scontri in particolare sulla Cresta del Buon Riposo, a Carroceto e ad est contro le postazioni tenute dal 10° Royal Berkshire. Fu al centro, tuttavia, che l’offensiva del nemico fu rinnovata. I suoi tentativi di conquistare la Fabbrica il 7 e 8 febbraio erano stati vanificati dalla costante e testarda resistenza del 168° Brigata. La Fabbrica e la frazione di Carroceto erano ancora nelle mani britanniche. Di conseguenza, il generale Graeser decise di lanciare le sue riserve contro la strada laterale e Aprilia. L’artiglieria e i colpi di mortaio che caddero su posizioni in quest’area da mezzanotte in poi furono una preparazione per l’attacco del della 715° Divisione, che iniziò alle 01:35 come al solito con infiltrazioni sotto la copertura dell’oscurità nel fabbricato di Aprilia. Alla luce del giorno gli attacchi nemici raddoppiavano di intensità; le truppe britanniche, stanche dopo la loro ostinata resistenza e i frequenti contrattacchi del giorno precedente pur reagendo ferocemente, furono costretti a cedere terreno ad un avversario sia numericamente superiore che fisicamente più fresco. Alle 06:45 del 9 febbraio la compagnia degli London Irish posta a destra, è stata respinta dalle loro posizioni ad est della fabbrica, e sia qui che più a destra le truppe britanniche furono costrette a ritirarsi attraverso la strada laterale. I feroci combattimenti continuarono nell’area della Fabbrica, dove la compagnia di sinistra degli London Irish era fortemente impegnata. Per tutta la mattinata le truppe britanniche nella fabbrica continuarono a resistere alla pressione del nemico formato da almeno un reggimento, supportato da carri armati e cannoni semoventi nonostante il bombardamento della artiglieria alleata. Alle 15:15 era chiaro che sia i carri armati che la fanteria erano saldamente stabiliti dentro e intorno alla Fabbrica, con cannoni anticarro già montati e collocati per difendere la rete stradale in questa zona. Le truppe della 168° Brigata, tuttavia, stavano ancora contrastando da vicino il possesso delle case a sud e sud-ovest della fabbrica. I carri armati della 1° Divisione corazzata degli Stati Uniti furono inviati per assistere la fanteria in un contrattacco nell’area di Aprilia, ma incontrarono il fuoco preciso di una decina di cannoni anticarro e furono ritirati nella macchia a circa un miglio a sud-est. A questo punto il grosso della 168° Brigata si era completamente ritirato. Nelle prime ore della mattina del 10 febbraio, i tedeschi volgono la loro attenzione verso Carroceto, mentre  il quartier Generale del  VI° Corpo d’Armata prende la decisione di inviare, in rinforzo, la 45° Divisione di fanteria americana che avrebbe contrattaccato per riprendere “la fabbrica”. L’11 febbraio il 179° Reg. di fanteria della 45° Divisione Thunderberds statunitense,con l’appoggio dell’artiglieria pesante, tentò di riprendere la Fabbrica, sostenuto da due Battaglioni Carri della 1°divisione corazzata statunitense. Tale contrattacco portò a pochi progressi, contro i difensori tedeschi, e al calar della notte, si ritirarono a sud del letto ferroviario dismesso. Il giorno successivo i tedeschi rinnovarono l’attacco, senza ottenere un miglioramento, costringendo gli Americani a posizionarsi  a 500 metri, a sud di Aprilia. Dopo due giorni di aspri combattimenti gli americani non riuscirono a riconquistare il terreno perduto, ma inflissero gravi perdite al nemico.  Il 23 maggio, inizia la decisiva controffensiva degli Alleati, denominata “Operazione Buffalo”, che prevedeva un attacco diversivo sulla città di Aprilia, da parte degli Inglesi, mentre, l’avanzata decisiva si doveva svolgere verso Cisterna, da parte degli  Americani. Nel settore degli inglesi, dopo gli attacchi diversivi del 23, che non avevano portato a nessun beneficio, la domenica del 28, nelle prime ore del mattino, i reparti del 6° Gordon Highlanders e del 14° Sherwood Forester, entrano ad Aprilia. La città, durante la notte, era stata abbandonata dai tedeschi, che si erano ritirati, verso Campoleone, per evitare di essere accerchiati. Di Aprilia, nata solo sette anni prima, rimanevano solo cumuli di macerie ed i resti bruciati di carri e di veicoli Alleati e Tedeschi. Unica testimonianza risparmiata dalla distruzione la statua di San Michele.

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