Carano-Garibaldi

Nell’antichità, l’attuale territorio di Carano costituiva una delle zone più fertili del Lazio allora conosciuto. L’alta fertilità delle  sue terre è stata contesa in ogni tempo ai primitivi abitanti del luogo, prima dagli Etruschi, poi dai Volsci ed infine dai Romani.  Il territorio di Carano era attraversato da importanti arterie viarie di comunicazione del Lazio antico : la via Mactorina e la via Satricana, quest’ultima dalla foce del fiume Astura , dove attraccavano le navi di piccolo capotaggio, raggiungeva la città di Satrico, poi San Pietro in Formis , attuale Campoverde, quindi la cittadella di Caranum, proseguendo poi verso Corioli ( Osteria di Civita a Campo Leone ), e sull’attuale tracciato della via  Ardeatina raggiungeva l’Isola Tiberina. Nelle terre di Carano, si produceva in grandi quantità il grano per Roma, l’alta fertilità dl suolo pianeggiante e la ricchezza di acqua, reperibile a pochissima profondità, erano le condizioni ideali per la coltivazione dei cereali ed alberi da frutto. Il personaggio di maggiore spicco, che possedette i territori di Carano, Campoverde e Conca ( attuale Borgo Montello ), fu il console romano Lucio Cesonio Basso, vissuto tra gli anni 250 al 285 d.c. , al quale fu dedicata una statua di bronzo la cui base marmorea con dedica fu rinvenuta durante i lavori di aratura eseguiti nell’attuale centro di Campoverde nel 1925 ed attualmente custodita al Museo Civico di Latina. In epoca medioevale, fu eretto a Carano, un monastero dedicato a San Cesario, africano di origine, diacono della Chiesa di Terracina che patì il martirio sotto l’imperatore Tiberio Claudio. Nel 1700, nella Tenuta di Carano,  si producevano grandi quantità di grano, e vi si allevavano tanti animali:  150 cavalli da tiro, 1250 cavalle fattrici, 70 stalloni riproduttori e oltre 3000 ovini; veniva prodotta una grande quantità di prodotti caseari che ogni giorno venivano venduti nei mercati e nelle botteghe di Roma. Il 16 settembre 1840, nasce a Mustardas presso San Simon, nello Stato di Rio Grande du Sud, in Brasile, Domenico Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe Garibaldi e di Anna Maria de Jesus Ribeiro Y Silva, detta Anita. Egli dopo aver affiancato il padre in tutte le battaglie, dalla campagna del 1859, alla spedizione dei Mille fino all’Unità d’Italia, si ritira a vita privata. Fra le tante cariche politiche ed onorifiche offerte dalla nobiltà romana, Menotti riesce  a partecipare all’asta pubblica indetta dalla Giunta Liquidatrice dell’Asse Ecclesiastico ( ossia dei beni della Chiesa ) ed il 9 dicembre  del 1874 si aggiudica la terza parte della tenuta di Campo Morto, denominata “ Carano “, di 1437 ettari. In poco tempo il vecchio casale di Carano viene trasformato in un moderno centro agricolo, vengono ristrutturati alcuni casali e viene ampliato il centro campestre dotandolo di grandi rimesse per la spalatura del grano. Menotti Garibaldi, fra l’altro riattivò le prime pompe a vento, importate dall’America, installate con buona probabilità dai Canonici di San Pietro, precedenti proprietari della tenuta ed utilizzate per poter abbeverare il numeroso bestiame allevato. In queste terre, Menotti fu uno dei primi ad impiantare in forma razionale de estesa i primi vigneti, trasformando  con tale indirizzo circa 40 ettari di seminativo nell’attuale zona di Torre Spaccasassi, dove costruì una cantina modernissima, con le botti di cemento armato vetrificate per la conservazione del vino. Il 22 agosto del 1903, Menotti Garibaldi, muore in seguito alla complicanze di un banale incidente occorsogli qualche giorno prima alla tenuta di C:arano: intento a riparare una pompa a vento, cadde nel pozzo  e rimase in acqua  a lungo in attesa dei soccorsi e fu estratto ormai in preda ad una violenta febbre. La cerimonia funebre fu celebrata in forma solenne in Parlamento ed al termine la salma venne traslata a Carano, seguita da un folto corteo e da una Guardia d’Onore in alta uniforme, voluta personalmente dal Re d’Italia. Presente a Carano quel giorno anche Gabriele D’Annunzio, che pronunciò una solenne orazione funebre. Le  spoglie di Menotti riposano nel Mausoleo che fu appositamente costruito. Dopo la sua morte, la tenuta di Carano fu mal gestita dagli eredi e ridotta notevolmente in seguito ad esproprio promosso nel 1938 dall’Opera Nazionale Combattenti, in seguito alla bonifica ed appoderamento dell’Agro Pontino. Il 27 gennaio, il 509° Battaglione di fanteria paracadutista US, insieme ad elementi del 7° Reggimento della 3° divisione, fecero delle sortite nella zona di Carano. Il 29 gennaio, al 509° venne dato l’ordine di consolidare le posizioni e di tenere quel tratto di terreno, che riusciva a collegare le truppe Britanniche,   poste a sinistra della linea del fronte, alla 3° Divisione di Fanteria Americana, posta lungo il lato destro. Il 30 e 31 gennaio, durante l’attacco dei Ranger su Cisterna, i paracadutisti e gli uomini del 30° Reggimento della 3° divisione Americana effettuarono degli attacchi nella zona di Carano, su un gruppo di edifici. Durante la giornata del 30, il Soldato di Prima Classe, Lloyd Cortez Hawks, medico del 30° Reggimento della 3° Divisione Americana, compì delle azioni eroiche che gli valsero la Medaglia d’onore del Congresso (Medal of Honor). Il 30 gennaio 1944, alle 15, vicino a Carano, in Italia, Pfc. HAWKS ha sfidato un contrattacco nemico per soccorrere 2 feriti che, incapaci di muoversi, giacevano in una posizione esposta a circa 30 m. dal nemico. Strisciando e arrivando a soli 10 m. dai due feriti, due fucilieri che furono colpiti mentre tentavano di tornare alle loro trincee per proteggersi dal fuoco delle mitragliatrice nemiche in quel momento estremamente duro. Un altro soccorritore americano, che il nemico poteva chiaramente identificare come tale grazie alla croce rossa presente sull’elmetto, era stato ferito in modo critico nel tentativo di salvare i due soldati feriti. Il Pfc. HAWKS, tuttavia, ha strisciato per 50 metri attraverso un piccolo fossato, sotto una vera e propria pioggia di proiettili e di schegge delle bombe di mortaio. Giunto sul primo soldato il soccorritore, somministrò il primo soccorso e continuò verso gli altri 2 feriti posti 50 metri in avanti. Un proiettile della mitragliatrice nemica colpì l’elmo di HAWKS, facendolo cadere dalla testa, momentaneamente e stordendolo. Passarono tredici proiettili attraverso il suo casco mentre giaceva a terra a circa 15 cm dal suo corpo.  Ripresosi HAWKS, striscio verso i feriti e somministrò il primo soccorso al soldato ferito più grave e lo trascinò in un posto coperto posizione a circa 23 m. di distanza.  Nonostante il fuoco nemico che continuava ad arrivare a soli 30 metri di distanza HAWKS raggiunse il secondo soldato prestando i primi soccorsi. Mentre si alzava per prendere delle garze al suo kit medico, fu colpito sull’anca destra e sull’avambraccio sinistro. HAWKS, nonostante il forte dolore e il braccio sinistro quasi pendente, finì di prestare i soccorsi e con uno sforzo sovrumano trascinò il ferito nella posizione dove aveva lascito precedentemente l’altro soldato ferito. Visto che il posto dove si trovava ora insieme ai due soldati feriti non era abbastanza grande per proteggerli tutti e tre dal fuoco nemico, HAWKS decise di strisciare per altri 75 metri verso le retrovie, nel tentativo di ritornare alla sua compagnia. Raggiunse il fossato in cui giaceva il primo soccorritore. Sei ore dopo essere stato ferito, HAWKS è stato evacuato. “Per galanteria e intrepidezza a rischio della vita, e al di là del richiamo del dovere,” Lloyd Cortez HAWKS è stato insignito della Medal of Honor dal Presidente degli Stati Uniti Franklin D. ROOSEVELT il 10 gennaio 1945. Durante la cerimonia di consegna, la medaglia è stata posto al collo da sua nipote Phyllis HAWKS.  Il primo Febbraio, alla 1° Divisione Britannica fu ordinato di spostare il suo confine sinistro fino al fosso di Carano, dove si trovava il 509° P.I.R. e di congiungersi con la 3° Divisione Americana.   L’8 febbraio il Caporale Paul B. Huff del 509° Parachute Infantry Battalion, durante un pattugliamento, compì un atto eroico che gli valse la concessione della Medaglia d’Onore del Congresso con la seguente motivazione: nei pressi di Carano, il Caporale HUFF si offrì volontario per condurre una pattuglia di sei uomini con la missione di determinare la posizione e la forza dell’unità nemica che stava colpendo la sua compagnia dal lato destro. Il terreno su cui di doveva muovere era pianeggiante ed esposto al tiro delle armi nemiche. Mentre la pattuglia avanzava, i suoi membri furono sottoposti al fuoco sia delle armi leggere che delle mitragliatrici e del fuoco dei        mortaio. I colpi caddero ad una distanza tra i 5 ed i 10 metri dai loro piedi. Avanzando il     Caporale HUFF attirò su di se il fuoco di tre mitragliatrici nemiche e di un cannone da 20mm. Realizzando il pericolo che stava affrontando la sua pattuglia, avanzò da solo sotto un fuoco micidiale attraverso un campo minato arrivando a circa 75 metri dalla posizione della prima mitragliatrice tedesca. Sotto il fuoco diretto della mitragliatrice, ha proseguito i rimanenti 75 metri strisciando fino ad arrivare a ridosso della postazione nemica, dove uccise i soldati tedeschi e distrusse la mitragliatrice. Durante questo atto il caporale sparò in ginocchio scoprendo la sua posizione ed attirando così il fuoco di altri nidi di mitragliatrici nemiche. Questa permise di individuare correttamente la forza e la posizione del nemico. Ancora sotto il fuoco concentrato, tornò dalla sua pattuglia e guidò i suoi uomini verso le retrovie. Con le informazioni ricavate, quel pomeriggio fu inviata un’altra pattuglia guidata dal Caporale HUFF, che riuscì a far ripiegare una compagnia tedesca di circa 125 uomini, uccidendo 27 e catturandone altri 21, con una perdita di soli tre membri della pattuglia. Fu’ il primo paracadutista a ottenere questa onorificenza. Durante la grande controffensiva tedesca “Operazione FISCHFANG”, iniziata il 16 Febbraio, il settore di Carano, occupato da elementi della 509° P.I.R e dal 180° Reggimento della 45° Divisione US, fu investito da reggimenti tedeschi, sostenuti da carri armati. Gli stessi, percorrendo la pianura di Carano, riuscirono ad arrivare temporaneamente sulla strada che, da Carano, portava a Torre del Padiglione, tagliando la linea difensiva Alleata. Il 18 Febbraio, il 30° reggimento, con l’aiuto dei carri armati della 1° divisione Corrazzata US (Forza H), riuscì a ripristinare la linea difensiva con un contrattacco. Dopo la disfatta dell’operazione “FISCHFANG”, il 29 febbraio del ‘44, Hitler ordinò un nuovo attacco, verso Cisterna, attuando l’operazione “SEITPUNG”. L’operazione si doveva svolgere lungo l’asse Carano- Isola Bella, a sud di Cisterna, occupata da elementi del 509° P.I.B, della 3° Divisione, del 504 P.I.R., elementi del 4° battaglione Ranger e della 1° Service Special Force. Il pomeriggio del 28, i tedeschi spostarono il grosso dell’artiglieria dal fronte britannico al villaggio di Carano, sotto la copertura dei fumogeni. Il generale americano TRUSCOTT, Comandante del VI Corpo US, informato degli spostamenti, fece trasferire due battaglioni di artiglieria, al fine di rinforzare il settore americano. Alle ore 04:30 del 29, partì il primo di 66.000 colpi che l’artiglieria Alleata sparò quel giorno, più del doppio del numero di colpi sparati in qualsiasi giorno durante i contrattacchi tedeschi del 16-20 Febbraio. L’effetto sulle formazioni tedesche, ammassate, che si preparavano per il loro attacco prima dell’alba, fu devastante. I carri armati, i cannoni e gli uomini vennero catapultati in aria. Durante quel giorno, il 1028° Reggimento Panzer Grenadier ed elementi della 362°divisione di fanteria, attaccarono la compagnia B dei paracadutisti del 509°, travolgendola. Solo un ufficiale e ventidue uomini fecero ritorno, creando un saliente di 700 mt, nella linea difensiva Alleata. L’attacco tedesco proseguì, in direzione sud ovest attraverso i campi, occupati da altri reparti dei paracadutisti americani. Ad ovest, il 2° Battaglione del 1028° rimase impigliato, tra il filo spinato dei campi minati e venne fatto a pezzi, dai soldati del 30° Reggimento, appoggiati dai carri armati del 751° Battaglione. Quando gli aerei alleati si unirono all’azione, mandarono in frantumi le formazioni tedesche, disperdendo i superstiti, e cancellando il pericolo di una svolta tedesca, intorno a Carano. Per i Tedeschi, il primo giorno si conclude con un conto salatissimo e le perdite ammontarono a circa 2.500 unità. Il giorno successivo, il 1° marzo, gli attacchi ripresero con qualche risultato in più, grazie al cattivo tempo che impedì l’appoggio degli aerei. Il 2 marzo il cielo si schiarì e gli Alleati lanciarono 350 aerei, che scaricarono, nelle zone di Cisterna, di Carano, di Campoleone, di Carroceto e di Velletri, più di 600 tonnellate di bombe. Il 4 marzo, i tedeschi, a causa delle numerose vittime, decisero di attestarsi e terminare l’attacco.  Verso la fine di Marzo, la 45° Divisione fu spostata sul lato destro della testa di ponte, per coprire il settore che andava dalla strada laterale, fino a Carano. Uno dei posti occupati era il casale dei Garibaldi, dove, la Compagnia B del 157° Reggimento aveva posizionato il proprio posto di comando, all’interno della tomba di Menotti GARIBALDI. La tomba era situata fuori dall’abitato. C’era una grande casa colonica con un grande mulino a vento a circa 300 metri di distanza, e tutti i fabbricati erano delimitati da un recinto ferroviario. Il mausoleo era largo circa tre metri, profondo una ventina di metri, ed alto una decina di metri. L’interno era fatto di marmo, conteneva oltre alle spoglie di Menotti anche altri familiari. Al centro c’era una lastra di marmo con inciso il nome di GARIBALDI ornato tutto intorno con l’ottone. I tedeschi sapevano che il luogo era occupato dagli americani e frequentemente lo colpivano. A volte sparavano proiettili perforanti ad alto esplosivo che attraversavano gli edifici da un lato altro prima di esplodere. Durante un attacco uno dei soldati americani per trovare rifugio, rimosse la lastra di marmo della tomba e scoprì che la stessa era collocata a circa venti metri più in basso. Menotti era sepolto in un bunker. Gli Americani sfruttarono l’occasione utilizzando la tomba come comando della Compagnia. Vi potevano entrare tra i sei e gli otto soldati. Considerato che il luogo era costantemente sotto il fuoco nemico, per i 32 giorni successivi, ogni movimento venne fatto durante le ore notturne. Fu’ costituita una riserva d’acqua, razioni e munizioni, e vennero evacuati i malati e i feriti. Non si potevano cambiare le divise ne fare il bagno, mangiavano solo le razioni K e quando dovevano fare i bisogni nelle ore diurne, si mettevamo su un fianco, e utilizzavano un barattolo delle razione K o razione C che veniva poi svuotato durante la notte. Durante i mesi di Marzo ed Aprile, non ci furono grandi scontri su, campo aperto ma, solo piccoli attacchi su obbiettivi limitati, come quelli compiuti dagli elementi del 30° Reggimento il 23/25 Aprile lungo il Fosso di Carano e il fosso di Spaccasassi. Operazione Mr. BLACK e Mr. GREEN. L’operazione Mr. Black iniziò a mezzanotte del 23 Aprile con l’obbiettivo di occupare le posizione tedesche lungo il Fosso di Spacasassi che stavano creando problemi alle truppe americane. L’attacco iniziale, che si trasformò in uno degli scontri più sanguinosi avuti fino a quel momento dalla 3° Divisione fu preceduto dal fuoco di sbarramento dell’artiglieria e dei mortai, seguito dall’avanzata dei carri armati usa tra cui uno denominato “Scorpione” che aveva montato nella parte anteriore un sistema di catene mobile che ruotando su se stesse colpivano il terreno facendo esplodere le mine posizionate nel terreno. Tale carro era seguito da un carro leggero munito di radio che doveva dare le indicazioni al mezzo corrazzato che lo precedeva. Entrambe i veicoli vennero messi fuori uso dai mezzi anticarro tedeschi. Durante l’attacco il Sergente John C. SQUIRES compì diverse azioni eroiche che gli valsero la Medaglia d’Onore del Congresso con la seguente motivazione: all’inizio dell’attacco della sua compagnia a posizioni nemiche fortemente tenute dentro e intorno al fosso di Spaccasassi, vicino a Padiglione, nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1944, il SQUIRES, portaordini del plotone, partecipando alla sua prima azione di guerra, ha sfidato il fuoco dell’artiglieria, dei mortai e dei cannone anticarro fino a quando un’esplosione di una mina anticarro colpì il suo plotone. Nonostante i proiettili che gli esplodevano vicino, SQUIRES avanzò di 50 yards verso il nemico, annotando le postazioni nemiche e una nuova via di passaggio. Tornato indietro informò il suo capo plotone delle perdite subite e del percorso alternativo. Agendo senza ordini, ha radunato i superstiti del suo plotone con altri soldati, organizzato un gruppo di uomini e li ha portati avanti. Quando il plotone raggiunse il fosso di Spaccasassi stabilì un avamposto, SQUIRES, sapendo che quasi tutti i sottufficiali erano stati uccisi, prese il comando e posizionò 8 uomini in posizione, ignorando il fuoco della mitragliatrice nemica, e delle granate che stavano colpendo il greto del torrente. Quando il suo plotone è stato ridotto a 14 uomini, ha sostituito i rinforzi per due volte. In ogni viaggio percorreva il terreno tra il filo spinato e un campo minato, sotto un intenso fuoco dei colpi di artiglieria e di mortaio nemico. Al mattino presto per tre volte l’avamposto è stato contrattaccato. Ogni volta il Pfc. SQUIRES ignorando il fuoco nemico che lo circondava sparò centinaia di colpi di fucile, con il B.A.R e con le mitragliatrici tedesche Spandau catturate al nemico, infliggendo numerose vittime e aiutando materialmente a respingere gli attacchi. Dopo questi combattimenti, si trasferì a 50 metri all’estremità sud dell’avamposto e ingaggiò 21 soldati tedeschi in singoli duelli di mitragliatrice a distanza ravvicinata, costringendo tutti e 21 ad arrendersi e catturando altre 13 mitragliatrici Spandau (MG 34-42).  Nell’interrogare un ufficiale tedesco prigioniero, si fece indicare come utilizzare la mitragliatrice tedesca e le mise in posizione. Istruì gli altri membri del suo plotone nella loro operazione. La notte successiva, quando i tedeschi attaccarono di nuovo l’avamposto, uccise 3 e ferì altri tedeschi utilizzando le bombe a mano e la mitragliatrice tedesca. SQUIRES  è stato ucciso in un’azione successiva. ” L’operazione Mr. Green fu il primo attacco “psicologico” mai condotto dagli americani durante la guerra. Alle 03:00 del 25 Aprile nove battaglioni di artiglieria da campo forniti dei 155 mm affiancati dai carri armati e semoventi iniziarono a bombardare le postazioni tedesche per 35 minuti e mettere a dura prova i nervi dei soldati nemici. Al termine del bombardamento, da diversi altoparlanti che erano stati precedentemente nascosti nei cespugli li vicino, iniziarono a trasmettere messaggi indirizzati ai soldati tedeschi invitandoli a disertare. Poi gli altoparlanti divennero silenziosi e riprese il fuoco dell’artiglieria fino alle 04:45 quando ripresero a funzionare invitando nuovamente i nemici alla resa. Alle ore 05:00 riprese il fuoco dell’artiglieria mentre la Compagnia F del 30° reggimento partendo da Campo Morto, avanzava accompagnata dai carri armati. Alle 05:20 la compagnia F occuparono i lori obbiettivi e in contemporanea cesso l’attacco. Il 23 maggio, iniziò l’Operazione “BUFFALO”, che prevedeva l’attacco finale, da parte degli Alleati contro Cisterna. Durante l’attacco gli uomini della 45° Divisione Americana furono affiancati con quelli della 34° Divisione. Tutti e tre i reggimenti, della 45°, avanzarono attraverso: i campi di grano; le gole; le case distrutte ed un piccolo cimitero (Carano), che era stato conquistato e perduto più volte nel corso degli ultimi quattro mesi. Nell’avanzata, il Sergente di plotone Van T.BARFOOT della Compagnia L del 157° Reggimento, compì un atto di eroismo partendo dal cimitero di Carano che gli valse la Medaglia d’Onore del Congresso con la seguente motivazione: il 23 maggio 1944, vicino a Carano, in Italia.  Con il suo plotone pesantemente impegnato durante un assalto contro le forze ben trincerate sul terreno di comando, il Sergente Tecnico BARFOOT (poi il 2d Lt.) si mosse da solo sul fianco sinistro nemico. Strisciò in prossimità di un nido di mitragliatrici e le colpì direttamente con una bomba a mano, uccidendo 2 e ferendo 3 tedeschi. Continuò lungo la linea di difesa tedesca verso un’altra postazione di mitragliatrice, e con il suo fucile mitragliatore uccise 2 e catturò 3 soldati. I membri di un’altra squadra di mitraglieri nemici abbandonarono la loro posizione e si consegnarono al sergente BARFOOT. Lasciò i prigionieri alla sua squadra di supporto, e proseguì a ripulire le postazioni nemiche nelle immediate vicinanze, catturando altri prigionieri e portando il suo conto totale a 17. Più tardi quel giorno, dopo aver riorganizzato i suoi uomini e  consolidato il terreno appena catturato, il nemico lanciò un feroce contrattacco corazzato direttamente alle sue posizioni di plotone. Il Sgt. BARFOOT si procurò un bazooka, e si posizionò in una posizione esposta direttamente davanti a 3 carri armati Mark VI che avanzavano. Quando arrivarono ad una distanza di 75 metri il suo primo colpo distrusse il primo carro armato, mentre gli altri 2 cambiarono direzione verso il fianco. Mentre l’equipaggio del carro armato messo fuori uso scendeva dal mezzo, il sergente BARFOOT uccise 3 componenti dell’equipaggio con il mitragliatore. Prosegui l’avanzata sul terreno nemico e distrusse un pezzo anticarro tedesco recentemente abbandonato con una carica di demolizione posta nella culatta. Mentre tornava alla sua posizione di plotone, il sergente BARFOOT, sebbene molto affaticato, assiste 2 dei suoi uomini gravemente  feriti a circa 1.700 metri in una posizione di sicurezza. Nello stesso giorno il secondo tenente Thomas Weldon FOWLER, del 191° Battaglione Carri, durante l’attacco, compì diversi atti di eroismo che gli valse la medaglia d’Onore del Congresso con la seguente motivazione: il 23 maggio 1944, nei pressi di Carano, in Italia. Nel bel mezzo di un attacco di fanteria corazzata su larga scala, il 2° tenente FOWLER, mentre era a piedi, si imbatté in 2 plotoni di fanteria completamente disorganizzati tenuti in balia da un campo minato nemico. Nonostante fosse un ufficiale di carri armati, immediatamente riorganizzò la fanteria. Quindi ha effettuato una ricognizione personale attraverso il campo minato, liberando un sentiero mentre andava, sollevando le mine anti-persona dal terreno con le mani. Dopo aver attraversato la cintura il 2° tenente Thomas W.FOWLER   di 75 metri di esplosivi mortali, è tornato alla fanteria e li ha condotti attraverso il campo minato, una squadra alla volta. Mentre si schieravano, il 2° tenente FOWLER, nonostante il piccolo fuoco delle armi e il costante pericolo delle mine antiuomo, fece una ricognizione nel territorio nemico alla ricerca di un percorso per continuare l’avanzata. Poi tornò attraverso il campo minato e, a piedi, condusse i carri armati attraverso le miniere in una posizione da cui avrebbero potuto meglio sostenere la fanteria. Agendo come esploratore a 300 iarde di fronte alla fanteria, guidò i 2 plotoni in avanti finché non raggiunse il suo obiettivo, dove si imbatté in diversi fanti nemici scavati. Dopo averli colti di sorpresa, il 2° tenente FOWLER li trascinò fuori dalle loro buche e li mandò alle spalle; due volte, quando resistettero, lanciò bombe a mano nelle loro cuccette. Rendendosi conto che c’era un pericoloso divario tra la sua compagnia e l’unità alla sua destra, il 2° tenente FOWLER decise di continuare la sua avanzata fino a riempire il vuoto. Ha riconsegnato alla sua parte anteriore, ha portato la fanteria in posizione in cui hanno scavato e, sotto pesanti colpi di mortaio e armi leggere, ha portato i suoi carri armati in avanti. Pochi minuti dopo, il nemico ha iniziato un contrattacco corazzato. Diversi carri armati di Mark Vl hanno sparato i loro cannoni direttamente sulla posizione del 2° tenente FOWLER. Uno dei suoi carri armati fu incendiato. Con totale disprezzo per la propria vita, con i proiettili che gli scoppiarono vicino, corse direttamente nel fuoco nemico del carro armato per raggiungere il veicolo in fiamme. Per una mezz’ora, sotto intenso bombardamento da parte dei carri armati che avanzavano, sebbene tutti gli altri elementi si fossero ritirati, rimase nella sua posizione avanzata, tentando di salvare le vite dei carri armati feriti. Solo quando i carri armati nemici lo avevano quasi sopraffatto, si ritirò per una breve distanza dove prestò personalmente il primo soccorso a 9 fanti feriti nel mezzo dell’incendio implacabile in arrivo. Il coraggio del 2° tenente FOWLER, la sua capacità di valutare la situazione e di riconoscere la sua piena responsabilità come ufficiale nell’esercito degli Stati Uniti, esemplificano le alte tradizioni del servizio militare per le quali in seguito ha dato la sua vita. Con totale disprezzo per la propria vita, FOWLER, sotto il fuoco nemico, corse in aiuto dei veicoli colpiti, che presero fuoco. Per una mezz’ora, rimase sotto intenso bombardamento, sebbene, tutti gli altri elementi della sua compagnia si fossero ritirati. FOWLER mantenne la sua posizione avanzata, tentando di salvare la vita dei soldati feriti. Solo quando si trovò quasi sopraffatto dai carri armati nemici, si ritirò e prestò personalmente soccorso a 9 soldati feriti. Per le azioni eroiche, al secondo tenente FOWLER venne concessa la Medaglia d’onore del Congresso. L’avanzata Alleata proseguì in direzione della linea ferroviaria Campoleone-Cisterna. Una volta conquistati gli obbiettivi, la 45° Divisione proseguì il suo attacco in direzione di Campoleone mentre, la 34° Divisione avanzò verso Lanuvio. Il 27 maggio, il Soldato di Prima classe Salvador J. LARA, capo squadra del 2° Plotone, Compagnia L, 180° Fanteria, 45ª Divisione di Fanteria, durante l’avanzata Alleata neutralizzò più postazioni nemiche infliggendo un numero elevato di vittime. Ottenuto il suo obiettivo iniziale, Lara notò che l’unità alla sua destra stava incontrando una forte resistenza da parte di una  forza nemica posizionata all’interno di un profondo fossato. LARA, insieme a tre uomini attaccò la postazione nemica, uccidendo quattro soldati e catturandone altri  quindici oltre a impossessarsi di due postazioni di mortaio. La mattina seguente, mentre la sua compagnia riprendeva l’attacco, Lara subì una grave ferita alla gamba, ma non si fermò a ricevere il primo soccorso. La sua compagnia subì pesanti perdite a causa del fuoco di una mitragliatrice che spazzava il fianco destro della sua compagnia. Dopo aver chiesto il permesso di distruggere le mitragliatrici nemiche armato solo di un fucile automatico Browning, Lara si trascinò da solo verso la mitragliatrice più vicina. Nonostante la ferita dolorosa, si alzò e impavido distrusse due nidi di mitragliatrice, uccidendoli tutti. La sua azione costrinse altre due nidi di mitragliatrici tedesche a fuggire ed abbandonare le loro postazioni. Dopo essersi ricongiunto alla sua compagnia, il soldato Lara, continuò la sua avanzata fino a raggiungere il suo obiettivo. Per l’eroismo e l’altruismo straordinario dimostrato, al soldato Salvador J. LARA, il 18 marzo del 2014, il Presidente degli stati uniti Barack H. OBAMA conferì postumo la Medaglia d’Onore del Congresso.

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