Lo sbarco anfibio degli Alleati ad Anzio-Nettuno nel 1944 fù una delle operazioni più controverse della seconda Guerra Mondiale in Europa. Celebri furono le parole di W. CHURCHILL: “ Speravamo di sbarcare un gatto selvatico capace di strappare le budella ai crucchi, e invece abbiamo mandato ad arenarsi un enorme balena.

PROTAGONISTI

Comandanti TEDESCHI

Comandante Supremo Tedesco in Italia: Generalfeldmarschall Albert KESSELRING Ufficiale di aviazione era un perfetto comandante operativo sul campo

Comandante della 14° Armata: Generaloberst Eberhard von MACKENSEN

Comandante della 10° Armata: Generaloberst Heinrich Gottfried von VIETINGHOFF

Comandanti ALLEATI

Comandante 15° gruppo di armate: Generale  Harold ALEXANDER

Comandante 5° Armata e delle operazioni di Anzio: Generale Mark CLARK

Comandante 6° Corpo d’Armata: John LUCAS

Il piano Alleato

OPERAZIONE SHINGLE
 
Prevedeva un attacco anfibio alle spalle della Linea GUSTAV. Scopo strategico era quello di facilitare la presa di Roma, quello tattico era di allontanare i soldati Tedeschi dalla Linea Gustav costringendoli alla ritirata.

I Piani Tedeschi

I comandanti superiori Tedeschi avevano da tempo previsto la probabilità che uno sbarco Alleato potesse essere usato per tagliare fuori la 10° Armata. Crearono quindi un piano di emergenza chiamato  “MARDER 1” che prevedeva vari scenari tra i quali il “Piano RICHARD” che prevedeva l’interessamento dell’ area di Roma.

Fattori geografici

Gli sbarchi erano previsti nei pressi di Anzio e Nettuno, con coste basse e sabbiose. Il territorio alle spalle delle spiagge era una pianura costiera confinante con le pianure Pontine. Alle spalle sorgeva Aprilia soprannominata dalle truppe Alleate “La Fabbrica” per via dell’alto campanile e della torre civica che ricordava la ciminiera di un opificio. La strada principale era la via Anziate (oggi Nettunense) che si collegava all’Appia strada principale per raggiungere Roma. Il territorio intorno ad Anzio era poco adatto al combattimento, era una zona bonificata che si trasformava in terreno fangoso durante i piovosi mesi invernali rendendo difficile l’utilizzo dei carri armati. Davanti alla testa di sbarco sorgevano i Colli Albani, erano ciò che restava di due vulcani estinti. Sorgevano a cavallo delle due principali arterie costiere in direzione di Roma e questo era molto importante dal punto di vista strategico militare.

OPERAZIONE SHINGLE

La flotta salpò da Napoli il 21/01/1944
Era composta da:
4 navi da trasporto  Liberty; – 8 LSI; 84 LST; 96 LCI; 90 LCT; 5 incrociatori e 25 cacciatorpediniere.
Arrivò ad Anzio alle prime ore del 22/01/1944 e alle 01.50 un paio di mezzi Britannici iniziarono un fuoco di sbarramento contro le spiagge senza alcuna reazione dalla costa.
La 3° Divisione di fanteria Americana sbarcò a sud di Anzio insieme al 751 Battaglione carri. La 1° Divisione Britannica prese terra a nord di Anzio. I 3 Battaglioni di Ranger USA di DARBY presero il porto di Anzio e il 509° Battaglione di fanteria paracadutista Americano occupò Nettuno. L’unica minaccia fu rappresentata dalle mine. Nel primo giorno di sbarco le perdite Alleate ammontavano a 13 caduti, 97 feriti e 44 dispersi; furono catturati 227 soldati nemici e sbarcarono 36000 uomini e 3200 mezzi.
Il Comando Tedesco non si aspettava uno sbarco di questo  genere, per loro fu una sorpresa assoluta venne così attuato il piano “RICHARD” (22-23 gennaio)
Il piano RICHARD prevedeva il trasferimento verso la linea del fronte di Anzio di numerose unità

  1. 715° Divisione fanteria motorizzata
  2. 988° Battaglione artiglieria
  3. 1° Battaglione del 4° Reggimento Panzer
  4. 301 Panzer Abt
  5. 114 Divisione leggera Jager

14° ARMATA

Il Generalfeldmarschall KESSELRING non si spaventò per l’operazione Alleata e fu molto astuto nel prevedere la condotta degli Alleati. Pensava che gli Alleati si sarebbero mossi con prudenza, ed aveva ragione. Sia ALEXANDER sia CLARK visitarono la testa di sbarco il 22/01/1944 e ne rimasero soddisfatti. Il 25 gennaio KESSELRING diede l’incarico al generale von MACKENSEN di spostare il suo Quartier Generale della 14°Armata a ridosso del fronte di  Anzio e di assumere il controllo della difesa. I primi scontri tra le truppe si ebbero il 25 gennaio quando truppe di ricognizione inglesi risalirono la via Anziate e arrivati a ridosso di Aprilia vennero accolti dalle cannonate di un distaccamento della 3 Divisione Panzergrenadier che dovette abbandonare la città.

La battaglia del (THUMB)
Il primo vero attacco era previsto per il 29 gennaio. La 3° Divisione appoggiata dai Ranger doveva occupare Cisterna mentre la 1° Divisione Inglese doveva avanzare verso Campoleone attraverso la via Anziate. La prima Divisione inglese impegno due Battaglioni di fanteria appoggiati da carri armati ma fece pochi progressi in quanto trovarono una pesante resistenza. Il 30 gennaio la 1° divisione Inglese riprese l’avanzata aprendosi una strada tra la 65° Divisione e la 3° Panzergrenadier dopo aver respinto una controffensiva di quest’ultima, attestandosi a circa 6 Km da Aprilia.  Il tutto però subendo pesanti perdite. Il Battaglione dei SHERWOOD FORRESTER subì circa il 70% delle perdite tra cui il comandante di Battaglione nonché i comandanti di tutte le compagnie. Alla fine dell’attacco la stazione di Campoleone era ancora in mano tedesca e l’avanzata inglese aveva creato tra le linee nemiche uno stretto pollice (THE THUMB) di circa 4 Km. L ’attacco effettuato dagli americani per conquistare Cisterna attraverso il fosso di Pantano, si rilevo meno fortunato. Due Battaglioni dei Ranger il 1° e il 3° penetrarono attraverso il fosso di Pantano fino a circa 700 mt da CISTERNA trovandosi però in mezzo alla Divisione Panzer HERMANN GORING. Appena gli americani provarono ad aprirsi un varco tra i panzer, con solo le armi leggere che avevano in dotazione e qualche bazooka  i Panzer li accerchiarono. Dei 767 ranger che componevano i due battaglioni solo 6 ritornarono indietro  e circa 450 furono catturati mentre i restanti furono uccisi. L’intensità degli scontri convinse von MACKENSEN a rinunciare all’attacco previsto per il 1 febbraio e ordinò alle sue truppe di trincerasi. Il 65° Corpo d’armata Panzer ricevette l’ordine di coprire la linea di difesa contro il VI Corpo d’Armata  di fronte ad Aprilia ed a Cisterna. Della difesa facevano parte il Kampfgruppe Graser,  il Kampfgruppe Raapke e il Kampfgruppe Konrad.  Il 1° Corpo Fallschirmjager occupò il settore da Aprilia fino alla foce del fiume Moletta. Kesselring e von MACKENSEN decisero che l’attacco doveva iniziare il 4 febbraio e doveva svolgersi lungo la via Anziate per fare in modo di dividere in due la testa di sbarco. L’offensiva inizio 23,00 del 03 febbraio, sotto una pioggia battente e aveva lo scopo di eliminare il saliente (THE THUMB) lungo la via Anziate. All’attacco partecipavano il Gruppe WEST e il  Gruppe OST. L’attacco riuscì e i tedeschi si infiltrarono tra le posizioni tenute dalla 24° Brigata Guardie raggiungendo la via Anziate. Alle 18,00 ordinò la ritirata  della 3° e 24° Brigata Guardie fino ad Aprilia. Alla fine della giornata la 1° Divisione aveva perso 1500 uomini di cui 900 fatti prigionieri quasi tutti della 3° Brigata. Il 7 e 8 febbraio il Generale von MACKENSEN rinnovò l’attacco con lo scopo di riprendere Aprilia e la stazione di Carroceto utilizzando il Kampfgruppe GRASER , PLEIFFER  e SCHONFELD. Il 9 febbraio il Kampfgruppe GRASER con lo SCHONFELD conquistano Aprilia dopo una dura battaglia.  I combattimenti durarono tutta la notte e il Generale PENNEY fece rapporto affermando che la 1° Divisione non poteva più resistere senza un contrattacco di forze fresche. L’alba del 11 febbraio il 1° Battaglione del 179° fanteria della 45° Divisione americana con l’appoggio del 191° Battaglione Carri,  effettuò un contrattacco contro Aprilia ma il Kampfgruppe “GRASER” resistette. La battaglia per la conquista di Aprilia riprese a fasi alterne fino al tramonto quando due compagnie del 1° Battaglione del 179° fanteria furono respinte dopo essere riuscite ad entrare nell’abitato.

Operazione “FISCHFANG”
KESSELRING e von MACKENSEN avevano deciso di attuare una controffensiva una volta ottenuti i rinforzi richiesti dando seguito all’operazione “FISCHFANG” programmata per il 16 febbraio.  Hitler invio sul campo a posto delle due divisione richieste da KESSELRING, il Reggimento LEHR (in addestramento) da Berlino Spandau e nuovi armi segrete. Le armi segrete  comprendevano veicolo demolitori a comando a distanza “BORGWARD B-IV”, una compagnia di  mezzi controcarro pesanti “FERDINAND” da 8,8 cm e un battaglione dotato di nuovi carri “PANTHER”. L’artiglieria dei due schieramenti a numero si equivaleva 432 cannoni alleati contro 452 tedeschi ma la differenza stava nella disponibilità limitata delle munizioni da parte  tedesca. Alle 6 del mattino del 16 febbraio cominciò un fuoco di sbarramento lungo la via Anziate nei settori occupati dai due Battaglioni 157° e 179° fanteria della 45 Divisione americana. Gli assalti della fanteria pur essendo appoggiati dai Panzer non portarono alcun  risultato in quanto i carri armati come uscivano dalle loro postazioni e si immettevano nelle campagne circostanti si impantanavano nel terreno reso fangoso dalle piogge invernali. Le perdite subite durante la mattinata furono pesanti da entrambe le parti, in particolare il Reggimento “LEHR” aggregato alla 3° Divisione Panzergrenadier perse la maggior parte degli ufficiali e graduati e si ritirò nel primo pomeriggio. A causa delle pesanti perdite subite, con i Battaglioni ridotti a meno di 150 uomini, von MACKENSEN sostituì le unità sul fronte con la 3° Divisione PANZERGRANADIER. Nel tentativo di allargare il varco. Gli attacchi effettuati il 19 febbraio furono tutti respinti dagli alleati. Alla fine dell’Operazione  “FISCHFANG” le perdite tra morti, feriti, dispersi e prigionieri, ammontano a 5389 tra i  tedeschi e 3496 tra gli alleati. La 65° Divisione il 19 febbraio contava solo 901 uomini circa un decimo dei suoi effettivi.
Il 22 febbraio il Generale LUCAS fu rimosso e sostituito dal Generale Lucian TRUSCOTT.

“Operazione SEITENSPRUNG”
Von MACKENSEN decise di ripetere l’assalto il 29 febbraio (nome in codice “Operazione SEITENSPRUNG”) contro la 3° Divisione americana. L’attacco si doveva svolgere tra le località di CARANO e ISOLA BELLA, con un diversivo sul lato occidentale contro la 56° Divisione Britannica. Nel pomeriggio del 28 febbraio i tedeschi incominciarono a stendere una cortina fumogena per impedire agli alleati di vedere i preparativi dell’attacco. La mattina del 29 inizio il fuoco di sbarramento dell’artiglieria tedesca al quale rispose il cannoneggiamento degli alleati. La maggior parte degli attacchi dei tedeschi su sopraffatto dal fuoco degli alleati. Gli unici reparti che ottennero qualche risultato furono il 1028° Reggimento Panzergrenadier e le unità del 362° Divisione di fanteria che penetrarono per circa 800 mt. sulla strada verso CARANO  difesa dal 509° P.I.R. Le perdite tedesche ammontavano a circa 900 uomini tra morti feriti dispersi e prigionieri. Alle 18:40 del 1 marzo KESSELRING ordinò che fossero fermati tutti gli attacchi e di tenere le posizioni. Le perdite tedesche ammontavano a 1374 unità senza aver fatto progressi di alcun genere.
Gli alleati il 2 marzo effettuarono delle incursioni aeree con 351 bombardieri pesanti che sganciarono bombe a frammentazione sulle postazioni tedesche intorno alla testa di sbarco. Alla fine della terza offensiva le perdite tedesca ammontavano a 29000 uomini di cui 5500 caduti 17.500 feriti e 4500 prigionieri.  KESSELRING diede ordine affinché la 14° Armata stabilisse postazioni difensive fisse, e tolse dal fronte le divisioni più malconce. In conseguenza di ciò la Divisione Hermann GORING venne spostata a Livorno per riorganizzarsi, la 114° Divisione JAGER fu mandata sull’Adriatico mentre la 26° Divisione Panzer con la 29° Divisione Panzergrenadier furono spostate a Roma. Altre unità raggiunsero il fronte tra cui due Battaglioni della Repubblica Sociale Italiana.
A metà di marzo la 14° Armata contava 135.000 uomini ma la sua forza non era effettiva in quanto molte Divisioni si trovavano in Italia solo per addestrarsi e per ritemprarsi. Anche gli Alleati sfruttarono il mese di marzo per riorganizzarsi. La 56° Divisione inglese fu sostituita dalla 5° Divisione inglese, la 24° Brigata venne sostituita dalla 18°, arrivo la 34° divisione americana che sostituiti la 3° Divisione che fu messa di riserva e vennero ritirate i Battaglioni di paracadutisti americani  e dei Commando Inglesi. Le perdite subite dagli Alleati, non dovute a combattimento fino alla fine di maggio furono circa 37.000 uomini, più delle perdite in azione che contavano  circa 30.000 uomini di cui 4.400 caduti 18000 feriti e 6800 prigionieri.

Operazione “BUFFALO”
La 5° Armata aveva progettato l’operazione “BUFFALO”  che mirava a  tagliare le linee tedesche vicino a Cisterna per proseguire verso i Colli Albani e il varco di Velletri. La difesa dei tedeschi era debole intorno a Cisterna inoltre si voleva tagliare la statale 6 (Casilina) per minacciare la principale via di rifornimento della 10° Armata disposta sulla linea “GUSTAV”. Quasi in contemporanea con l’Operazione Buffalo la 5° Armata aveva progettato lo sfondamento della linea GUSTAV con l’operazione che prese il nome in codice di “DIADEMA” che ebbe inizio tra la notte del 11 e 12 maggio.  La 5° Armata sfondò sul fronte del Garigliano dopo 3 giorni di combattimenti e 8° Armata Britannica ebbe ragioni delle difese di Cassino dopo un settimana di pesanti scontri creando un varco nella Linea GUSTAV nella Valle del Liri.
Il 22 maggio arrivo in rinforzo al VI Corpo anche la 36° Divisione US. L’operazione “BUFFALO” prese il via alle ore 05:45 del 23 maggio con uno sbarramento di artiglieria di ¾ d’ora lungo il fronte di Cisterna.  I campi minati intorno a Cisterna causarono rilevanti perdite tra i mezzi americani circa 86 senza rallentare l’avanzata che rispettava la tabella di marcia degli Alleati. Cisterna venne accerchiata il 24 dalla 3° Divisione e cadde il 25 maggio dopo 2 giorni di intensi combattimenti. La 1° Divisione Corazzata US si lancio verso Velletri occupando Cori.  Poi il 26 avanzò fino a 3,200 km da Velletri mentre l’avanguardia della 3° Divisione occupava i sobborghi di Artena. Dopo 3 giorni di intensi combattimenti l’avanzata del VI Corpo rallentò.
Le perdite subite dagli americani ammontavano a 4000 unità. La mattina del 25 maggio il 36° Battaglione Genio del VI Corpo d’Armata si riunì con il 48° Battaglione Genio del II Corpo d’Armata nei pressi di Borgo Grappa. Nella stessa giornata il generale CLARK scelse di fermare il piano di attacco del VI Corpo verso Valmontone e dirigerlo verso i Colli Albani  disobbedendo chiaramente agli ordini di ALEXSANDER.
La decisione di CLARK mandò su tutte le furie i Generali Americani TRUSCOTT, IRON MIKE O’DANIEL e HARMON.
La mattina del 26 maggio ordinò di passare dal piano “BUFFALO” al piano “TURTLE”. Il posizionamento delle unità americane facilitò la ritirata tedesca che si poté organizzare lungo la “Linea CAESAR”. Il 28 maggio la 1° Divisione corrazzato americana fu riposizionato a ovest per dare manforte alla 45° Divisione nello sfondamento delle solide difese tedesche lungo la via Anziate.
Per tre giorni il VI Corpo  superò terreni familiari come Aprilia Campoleone e Lanuvio. Contemporaneamente il II Corpo americano era avanzato lungo la costa dal fiume Garigliano. L’avanzata americana si era fermata per la tenace resistenza dei tedeschi nei pressi di Velletri e le perdite alleate superarono le 5.000 unità. Il 30 maggio la 36° Divisione americana sostituì la 34° Divisione. Nella tarda serata due reggimenti della 36° iniziarono a risalire le pendici del monte Artemisio e all’alba i due reggimenti avevano preso il controllo della montagna aprendo un varco tra il I Corpo d’Armata FALLSCHIRMAJER e il LXXVI Corpo d’Armata Panzer.
Il 1 giugno la città di Velletri si arrese. Alla sera del 2 giugno la 36° Divisione americana avanzava sui castelli verso Roma mentre il II Corpo d’Armata si era incuneato tra Velletri e Valmontone in procinto di tagliare la Casilina. La sera del 2-3 giugno Von MACKENSEN ordinò alla 14° Armata di ritirarsi a sud di Roma escluse le retrovie e il giorno 3 KESSELRING dichiarò Roma “città aperta” autorizzando tutte le truppe a ritirasi sulla nuova linea di difesa a nord della capitale.
Alle prime ore del mattino del 4 giugno forze speciale con unità corrazzate americane entrarono nei sobborghi di Roma, dove incontrarono una resistenza che si protrasse per 9 ore dando la possibilità agli elementi tedeschi rimasti di ritirarsi.
Nella giornata del  5 giugno gli Alleati sfilavano per le vie della città di Roma.